giovedì 22 gennaio 2015

Terapia occupazionale e dintorni: alcune considerazioni sull’animazione per anziani/Occupational therapy and surroundings: some considerations on the animation for the elderly Barreca Daniela (Psicologa riceve a Torino e su Skipe).

Partiamo da un dato di realtà nella maggior parte delle organizzazioni istituzionalizzate (case di riposo) non viene svolta alcuna attività di animazione per gli anziani. In molti casi troviamo una situazione di vuoto assoluto... In altri si maschera l’assenza di un animatore professionista con attività  domenicali quali: la tombola o tombolone, il ballo liscio con orchestra o al massimo il salone di bellezza con il solito zelante volontario che farà barba e capelli a tutti. Occorrerebbe rivedere completamente la visione di queste strutture, da parcheggio ad oltranza in cui gli anziani sono abbandonati a se stessi o dipendono dal buon cuore dei volontari e degli infermieri, a strutture in cui si promuove l'autonomia dell'anziano. E’ necessario fare un grosso sforzo concettuale e operativo per far si che gli anziani riescano ad uscire da quelle situazioni di isolamento determinate dall’uscita dal mondo lavorativo, dal troppo tempo a disposizione, dal desiderio di riposarsi che porta all’innattività forzata ed alla noia. Infine chi entra nella terza eta’ e’ spesso soggetto ad una diminuzione della propria autonomia da un punto di vista fisico, fisiologico, psicologico e relazionale. In questo scenario può entrare in gioco la terapia occupazionale e più in generale l’animazione per anziani. Questo tipo di intervento se ben strutturato, pensato e studiato può porre un freno ai processi degenerativi e `promuovere l’autonomia dell’anziano.
I nostri obiettivi saranno (citando Guido Contessa):
1. La socializzazione, l’integrazione, le relazioni interpersonali;
2. La valorizzazione concreta delle competenze e delle capacita’
3. La stimolazione dell’autonomia fisica e psicologica;
4. La valorizzazione del passato e delle esperienze;
5. La stimolazione dell’espressività.
Vi sono poi dei concetti etici che il terapista occupazione, l’animatore, il volontario ed in generale chi si avvicina agli anziani deve tener ben presente: gli anziani sono persone adulte (non vanno trattati come bambini o adolescenti o peggio ancora come numeri) con una loro dignità ed una loro libertà. In molte RSA gli anziani hanno il divieto assoluto di uscire, per ovvie questioni di gestione e sicurezza. In questo modo tuttavia essi diventano dei veri e propri reclusi. Se noi considerassimo l’anziano come una persona nella sua totalità ed interezza gli vieteremmo di uscire? E se fossimo noi al posto del genitore che abbiamo lasciato nella casa di riposo? Non ci sembrerebbe un inferno questa reclusione?
Vorrei concludere con la definizione della SIA (Società Italiana di Animazione) elaborata da G. Contessa: l’animazione è una pratica di lavoro sociale, cioè una professione e non una disciplina finalizzata alla presa di coscienza e allo sviluppo del potenziale umano considerato in forma singola o associata. Il suo fine ultimo è l’aumento della libertà e del potere degli individui, dei gruppi e delle comunità. Essa fa uso di diverse discipline, principalmente quelle umane e sociali applicandole ai diversi contesti secondo le necessità. Sono obiettivi dell’animazione:
  1. La coscientizzazione;
  2. La sensibilizzazione;
  3. La messa in luce di problemi, bisogni e risorse;
  4. La moltiplicazione delle opzioni offerte agli utenti per la loro crescita;
  5. La messa in moto di capacità potenziali.
Metodi e tecniche dell’animazione (cit. Terracciano) sono tutti quelli raggruppabili nelle categorie seguenti:
  1. Ricreativi (gioco, divertimento, fantasia…);
  2. Culturali (lettura, arte, teatro…);
  3. Aggregativi (socialità, relazioni, comunità…).

Caratteristica del terapista è quella si utilizzare le tecniche e le conoscenze in suo possesso in modo da rendere gli utenti più protagonisti che fruitori: il suo compito è il “far dare”.
We start from a given reality 'in most organizations institutionalized (nursing homes) is not carried out any activities' animation for the elderly. In many cases we find a situation of absolute emptiness ... In some cases it masks the absence of a professional animator with activities' Sunday such as bingo or bingo, ballroom dancing with orchestra or at most the beauty salon with the usual zealous volunteer who will 'beard and hair at all. Banker should completely review the vision of these structures from parking to the bitter end in which the elderly are left to themselves or depend on the goodwill of volunteers and nurses. E 'need to make a big effort conceptual and operational to ensure that seniors are able to get out of those situations of isolation certain exit from the business world, from too much time available, the desire to rest leading all'innativita' and forced to boredom. Finally, those who enter the third age 'and' often subject to a decrease in their autonomy from a physical standpoint, physiological, psychological and relational. In this scenario can 'come into play occupational therapy and more' in general entertainment for the elderly. This type of intervention if well structured, thought and studied can 'put a stop to the degenerative processes and `promote the independence of older.
Our goals are (quoting Guido Countess):
1. The socialization, integration, interpersonal relations;
2. The enhancement of skills and practical ability '
3. Stimulation of autonomy physical and psychological;
4. The evaluation of the past and experience;
5. Stimulation of expressiveness'.
Then there are the ethical concepts that the therapist occupation, the animator, the volunteer and in general those who approach the elders should keep in mind: the elderly are adults (not to be treated as children or teenagers or even worse as numbers) with their dignity 'and their freedom'. In many RSA seniors have the absolute prohibition of exit, for obvious issues of management and security. In this way, however, they become real inmates. If we considered the elderly as a person in his totality 'and the entirety vieteremmo out? And if we were in the place of a parent that we left in the nursing home? There would seem hell this prison?
Let me conclude with the definition of the SIA (Italian Society of Animation) developed by G. Contessa: the animation is a practice of social work, that is a profession and not a discipline aimed at awareness and the development of human potential in the form considered single or associated. Its ultimate aim is to increase the freedom and the power of individuals, groups and communities. It makes use of different disciplines, mainly those human and social applying them to different contexts according to the needs. Are targets of the animation:
1. The awareness;
2. Raising awareness;
3. Highlighting the problems, needs and resources;
4. The proliferation of options offered to users for their growth;
5. The start up of potential capabilities.
Methods and techniques of animation (cit. Terracciano) are all those grouped into the following categories:
1. Recreational (game, fun, fantasy ...);
2. Cultural (reading, art, theater ...);
3. aggregation (sociability, relationships, communities ...).
Feature of the therapist is that you use the techniques and knowledge in his possession in order to make users more characters that users: his task is "to give."

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